La mission del Centro di Cure Niruàl

Il Centro di Cure Integrate Niruàl interpreta l’apertura a diversi modelli medici (omeopatia, antroposofia, medicina tradizionale cinese) e psicologici, che non si limitino alla cura del sintomo, lasciando inalterato il “terreno” entro cui questo si genera. 

Il terreno è ​“ciascuno di noi”, con i propri vissuti, capaci di condizionare e determinare la realtà​ fisica e psichica di sé e di quanto ci circonda. Compito della cura​, primariamente, è abilitare ogni soggetto alla risposta a se stesso, al compimento di un’opera innanzi tutto come piena realizzazione di Sé.

Il modello: lavoro su se stessi

I professionisti del Centro di Cure Integrate Niruàl – così come i promotori dell’Associazione di Promozione Sociale Niruàl – traducono nella propria operatività l’esperienza di una trasformazione personale. Essa scaturisce dal modello di lavoro su se stessi incarnato nell’incontro con Andrea Sbragaglia, affetto da sclerosi laterale amiotrofica, che, tra i primi, ne ha sperimentato la potenza trasformativa.

Integrazione di conoscenze antiche e moderne

Questa visione è espressa nel nostro approccio, che incontra l’interezza del disagio personale, dove manifestazioni psichiche e  fisiche sono inscindibili. È possibile esplorare la varietà dei percorsi di cura proposti nelle sezioni dedicate alla psicoterapia e al sostegno psicologico, medicina integrata, osteopatia ,massaggi, così come l’approccio nutrizionale e la terapia di educazione all’arte.

L’esperienza: il filtro dei vissuti

L’amore perfetto: il potere della cura

Il modello di cura lavora sulla persona attivando in ciascuno progressivamente – per risonanza e rispecchiamento – l’amore perfetto, energia fondante di connessione in ogni particella. Tale energia, che nulla attiene al sentimentalismo, determina visione lucida, congruenza, pertinenza alla realtà della persona, di grado massimo. L’attivazione crescente di tale forza ha il potere di liberare, strato per strato, le percezioni limitanti e di restituire la trasparente gioia di vivere.
A tale scopo, pedagogicamente, occorre partire dal lavoro di riconoscimento amoroso della dimensione fisica dell’esistenza, passando a quella emozionale affettiva e identitaria, consentendo così l’accesso alla dimensione d’apertura ideale e vocazionale, sino ai livelli di connessione più profonda con la realtà visibile e non.